Mussetta, il prete boccia il controllo di vicinato

Bisogna capire forse che quello che ha detto il parroco Don Edmondo non è proprio quello che è stato scritto nel bollettino parrocchiale, il parroco non “boccia” il Controllo del Vicinato, ma bensì ripone delle perplessità sul metodo che possa ritenersi solo limitato al “controllo”.

20151227042108Vogliamo ricordare che il Controllo del Vicinato non si basa solamente sul “controllo” della propria zona o via, ma soprattutto serve a ricreare la coesione sociale e lo sviluppo della collettività tra residenti dello stesso quartiere, frazione, comunità; vivere assieme nei propri spazi comuni e ricostruire il rapporto di vicinato che ad oggi manca.

Non c’è nulla di pericoloso in quello che facciamo, fare semplice “controllo” significa solo alzare il livello di guardia nel nostro territorio, zona, quartiere o frazione e segnalarlo al coordinatore, creando una “rete di vicinato” consapevole che nessuno possa passare inosservato, certamente con la consapevolezza che non potremo mai azzerare i furti, ma almeno limitarli e ben venga il riprenderci gli spazi collettivi, il condividere e aumentare la presenza nella nostra comunità.

Alla base del progetto non c’è solamente il controllo del proprio territorio, ma c’è una vera e propria collaborazione da parte di chi vi aderisce, in quanto i coordinatori creano periodicamente degli incontri tra le famiglie aderenti anche per conoscersi e per scambiarsi le proprie idee ed anche questo serve a ricreare lo spirito di comunità reciproco, inoltre il progetto da alla comunità un senso di protezione e vicinanza rafforzando nel contempo i legami all’interno della stessa.

“Solo la comprensione per i nostri vicini, un comportamento corretto e il desiderio di aiutare il nostro prossimo possono dare stabilità alla società umana e garantire la sicurezza di ciascuno.”
                                                                                                                                  (Albert Einstein)

 

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